mercoledì 11 dicembre 2013

RACCONTI EROTICI: I miei piedini...

So che per molti questi europei non sono stati una bella cosa, per me invece rimarranno sempre un bel ricordo... Ho 25 anni, studentessa universitaria, molto carina e, soprattutto, con dei piedini bellissimi. Sono fidanzata, forse non ancora per molto, il mio ragazzo infatti vive solo di sport e mi trascura troppo, sessualmente intendo. Poi c'è un mio vizio o meglio una piccola perversione che lui non immagina neanche e che probabilmente gli farebbe pure senso. Mi piace farmi massaggiare e coccolare i piedini, sono un pò feticista e mi piace da impazzire l'idea di farmeli baciare e leccare. Cosa c'entrano gli europei? Beh, una sera, dopo la solita discussione col mio fidanzato, lui se ne è andato al bar a vedersi la partita dell'italia, io sono rimasta a casa mia con il mio fratellino di 18 anni.
 Mi sdraio sul divano, allungo le gambe e mi preparo a guardare la partita. Mio fratello brontolando mi prende per le caviglie e mi strattona per sedersi anche lui sul divano, mi blocca i piedi tra le mani e se li sistema sulla pancia. E' stata una scossa. Me li ha guardati, accarezzati e palpeggiati facendogli dei complimenti. Era la prima volta che un ragazzo mi toccava i piedini in quel modo lascivo. Ferma, immobile, mi è salita dai piedi una sensazione pazzesca, bellissima. In pochi istanti mi sono bagnata tutta. Era bellissimo. Lui del tutto incosciente (?) mi palpeggiava e massaggiava i piedini. Ero sconvolta. Per un attimo quando l'ho visto concentrarsi sulla partita ho provato a tirarli indietro ma lui mi ha subito bloccato e per tenermi ancora più ferma mi ha infilato l'indice della mano nel ditone. Ero semplicemente fradicia e con la voce roca. Non so quanto sono rimasta ferma ma ad un certo punto sentendo di "colare" tutta mi sono spaventata che lui se ne accorgesse e sono saltata in piedi, mi sono infilata i sandali e sono corsa in bagno. Non ce la facevo più. Mi sono tolta il perizoma tutto fradicio e mi sono seduta sulla tazza del bagno per masturbarmi. Neanche un minuto sono venuta spruzzando come una cavalla ed è stato meglio così perchè già mi stavano girando strane idee sul mio fratellino e sui miei piedini. Un pò spaventata da me stessa, mi sentivo un pò maniaca, ho rinunciato alla partita, ho salutato mio fratellino e sono andata a letto, dove ovviamente dopo qualche minuto ho ripreso a masturbarmi con foga fino a trovare pace. Immagino di aver iniziato un giochetto un pò scabroso ma da quel giorno (Italia-Danimarca) chiedo sempre a mio fratello se gli piacciono i sandali che porto, se trova lo smalto delle unghie di suo gusto, se mi accompagna a scegliere eventualmente qualche cavigliera da indossare per l'estate.
La sera di Italia-Svezia ovviamente eravamo già consapevoli di quello che doveva succedere. Appena arrivata mi sono seduta sul divano con dei sandali infradito sadomaso col tacco un pò alto. Lui da bravo si è seduto per terra davanti a me per accogliere i piedini tra le mani, massaggiarli e coccolarli per bene. Con la voce roca gli ho ordinato di leccarli e lavarmeli per bene con la lingua. Lui, dolcissimo e ubbidiente, ha eseguito correttamente il mio ordine. E' ovvio che non gli ho fatto guardare la partita. Doveva solo pensare a leccare.

giovedì 5 dicembre 2013

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RACCONTI EROTICI: Padrona per una notte..

E' venerdì sera. uscendo dal mio studiosto gia' pensando che sono pronta a tutto, tranne che rincasare.
Stasera non mi va, stasera non torno.
Le mie figlie sono fuori e lui certamente sta già aspettando gli amici, per la solita notte di poker.
Faccio tutto con comodo; mangio qualcosa alla trattoria che hanno aperto da poco, a pochi isolati dal mio ufficio.
Il parcheggio è pieno, il locale stipato; tuttavia, io sono sola e quindi mi rifilano un posticino piccolo piccolo, nascosto dal classico frigo delle torte gelato.
Tutto è regolare, fin troppo, sino a quando la suoneria di un telefonino mi raggiunge.
Riconosco quella melodia, l'ho già sentita. Da chi, però?
Sbircio tra i tavoli e vedo mio cognato. E' sua, quella suoneria.
Faccio per alzarmi, ... mi accorgo appena in tempo che l'adorato cognatino non sta godendosi la compagnia di mia sorella.
La cosa non mi stupisce più di tanto. Nonostante sia mia sorella, sangue del mio sangue, l'ho sempre ritenuta una donna troppo mite; troppo docile, per come lui si propone. Aspetto quindi l'attimo nel quale lui si gira, per alzarmi, pagare il conto ed andarmene.
Vedere quella scena, però, non mi è assolutamente piaciuto, e, "Se mia sorella è una placida donna, io non lo sono affatto",penso.
Ripercorrendo la via di casa, decido di chiamarlo. Con la sua voce al telefono, azzardo un "Disturbo?" e un "Dove sei?"
Lui dice "Non disturbi affatto, mia cara, sono ad una cena di lavoro".
"Dev'essersi alzato in piedi", penso, a giudicare dal silenzio assoluto attorno a lui.
Da bravo puttaniere, aggiunge "Sapessi che palle, ma sai com'è..."
"Certo, certo!", gli do corda. "Non voglio trattenerti, volevo solo chiederti se domani mattina
vieni con me "alla soffitta". Mi hanno chiesto di allestire il locale per la serata fetish e mi rompo , ad andarci da sola. Così mi son chiesta se..."
Neppure il tempo di finire il discorso, che già mi chiede quando vederci. Decidiamo per le 11, davanti al locale. Lo avviso che faremo tardi, probabilmente e che, alla soffitta, non c'è campo, e che il cellulare non prende.
"Non preoccuparti", dice lui, "avviso Carla".
Il locale, in realtà, deve essere pronto per la sera di lunedì, e solo io ho le chiavi del portone, e saranno ormai tre giorni che ci sto lavorando dentro.
Arrivo prima di lui, e lo avviso con un sms, dicendogli che non lo aspetto fuori.
Mi spoglio dei miei abiti e inizio a curare ogni mio dettaglio; indosso calze in latex nere, agganciate al reggicalze di un accattivante bustino nero intrecciato sul seno.
Le scarpe, altissime, sono rigorosamente lucide e nere
Ogni cosa ha questo colore; tutto, tranne il mio umore.
Slego i miei lunghi capelli, e mi trucco alla luce della lampada in bagno; fisso i miei occhi, riflessi dallo specchio.
Puntualissimo, lui suona. Mi affretto quindi ad abbassare le luci. La porta si apre, grazie al tiro posto sotto al bancone. Spunta in cima alla scalinata.
"Lucrezia!"
Rispondo "Scendi, sono giù. Aspettami sul palco!"
Grido, e i miei occhi lo osservano. So che ama il fetish. Lo lascio quindi salire sul palco, ad armeggiare con gli attrezzi... immagino che si stia eccitando.
Aspetto un altro po', ma risalgo la scalinata e chiedo se può farmi da cavia.
"Cosa devo fare, dimmi?"
Mi siedo in un punto buio, e chiedo di indossare le polsiere della croce di Sant'Andrea.
Lui sorride, sembra quasi imbarazzato. Ma io so che lo vuole. Insisto; e, di certo, non fatico.
Il primo polso è agganciato. "Prova a mettere anche l'altro. Ci riesci?"
Lui risponde "E' faticoso, ma non impossibile". Di certo, l'eccitazione di quei momenti, lo porta a impegnarsi per agganciare anche la seconda polsiera.
"E... ed ora, spalanca le gambe, e dimmi se sei comodo. Descrivimi cosa provi"
Lui blatera qualcosa. Gli chiedo se è solito fare questo tipo di cose, o se fanno parte solo dei suoi sogni irrealizzati.
 "Ma che dici?", mi risponde ridendo.
"Perché? Vuoi forse dirmi che mia sorella non ti permette queste cose?"
"No, non è quello, ma sai..."
Io allora inizio a scendere lenta la scala. Lentissima. Non mi vede ancora; io parlo e lui mi risponde.
Mentre scendo, azzardo un "...e così, tradisci mia sorella..."
In un tono perentorio, spara un "Certo che no".
... mi fermo; predo dalla poltrona le mie fruste e continuo a scendere la scalinata.
Da come mi guarda, deve aver capito (o quantomeno, intuito) le mie intenzioni...
Accenno ad una mezza risata, dicendo che deve star tranquillo. Salgo finalmente sul palco
e mi trovo faccia a faccia con lui. Deglutisce a fatica, mentre, con il frustino, lo accarezzo tra le gambe. "Gradisci della musica?".
Ma nemmeno aspetto la risposta; e già una musica blues accompagna il mio gioco.
Come una pantera, giro attorno alla croce, godendomi la sua espressione di curiosità e paura.
Mi fermo dietro a lui; le mie mani tirano i capelli verso me. "Mi fai male! Sei matta? Dai, smettila!"
"Oh no, non lo sono. La matta è mia sorella, ogni volta che ti crede!"
"Scusami , ma proprio non ti capisco. Se è uno scherzo, ti dico che sta diventando di cattivo gusto!"
"Ah, si??"
Torno davanti a lui, e prendo a slacciargli la camicia. Le unghie gli solcano il collo, fino ad arrivare al petto. So che non mi importerà nulla, di ciò che mi dirà. Delle preghiere che urlerà.
Con una mano afferro decisa i suoi coglioni, chiedendogli se li ha, e vuole essere così gentile da tirarli fuori.
"Slegami, liberami!". Io lo rassicuro, "Tranquillo, lo faro".
Il suo sesso ormai è duro, decido così di liberarlo. Passo la frusta sulla cappella e, ogni tanto, lo schiaffeggio. Passo la mia lingua, lenta, sul collo. Mordo i bordi delle sue labbra.
"Che ne dici, vuoi essere il mio cane?"
Gli faccio indossare il collare ed il guinzaglio. Scatto qualche foto.
"Mi spieghi, perché a me?"
"Semplice. Sono la parte peggiore di mia sorella. Sono ciò che lei non avrà mai il coraggio di essere. Ricordi quante volte mi ha detto che ero il suo opposto?"
E continuo. "Ed ora dimmi: ieri dov'eri?"
Lui dice "Ad una cena di ...."
La mia mano strinse nuovamente i coglioni.
"Dove, scusa?"
"Si, devi credermi", arrendendosi ai miei desideri.
...
Inizio a slacciare la prima manetta dal suo polso. Cerca di scagliarsi contro di me.
"Stronza, sei una stronza!"
Scoppio a ridere e gli ricordo che la padrona sono io, e che non sarebbe facile spiegare certe foto a quella perbenista di mia sorella.
e dico "se devo essere sincera, nemmeno la serata di lavoro che hai trascorso, guarda caso, con quelle due puttanelle"
Il mio gioco prosegue
"...ed ora inginocchiati!". Lui capisce che non scherzo. "Anzi, sai che ti dico? Spogliati, ed indossa quel paio di pants nere. Spicciati!"
Lui dice "Ma... ! Posso spiegarti..."
"Ti ho detto, spogliati"
Veloce si toglie ogni cosa, e lo ritrovo come il migliore dei cagnolini ai miei piedi.
"Ed ora vieni, andiamo a fare un giro per la sala".
Salgo e scendo sulla gradinata per quasi 5 minuti, poi lo porto verso il bancone del bar. Riempio con dell'acqua il secchiello del ghiaccio e lo faccio bere come avrebbe desiderato il mio cane.
Seduta sullo sgabello, dondolavo la gamba. "Ehi cane! Ti piace la gamba della tua Padrona?"
"Certo, moltissimo!". Lo colpisco con il piede, ricordandogli che era un cane e perciò non poteva parlare. "Avvicinati, ora". Faccio così; due carezze sotto al suo mento, mentre lo accarezzo tra le gambe con la scarpa.
 "Se ti piacciono le scarpe della tua Padrona, potresti dimostramelo ...del resto, ti manca solo la parola, questo si sa". Non se lo fa ripetere.Inizia a passare la sua lingua lungo il tacco a spillo.
"Bravo, bene continua ... mi piace vederti così!! Ti prometto che, quando avrai finito, avrai una ricompensa". La sua lingua consuma le mie scarpe, sino ad eccitarmi. Mi diverto, a passare sui miei capezzoli e sopra la sua schiena, il ghiaccio del frigo bar. Vedo i brividi scorrere sul suo corpo e questo mi fa impazzire. "Ora stai fermo. Da bravo, stai seduto su due zampe".
Mi siedo così, comoda sul bancone, e appoggiando i piedi sugli sgabelli, prendo a fargli vedere cosa sapevo fare con quel frustino. Non mi toglie gli occhi di dosso, la sua bocca quasi sbava. Io inizio a far scivolare il manico del frustino sotto lo string di latex, divertendomi a far schioccare gli elastici del reggicalze, a fargli ricordare che ciò stava vivendo, non era un sogno.
"Ora riprendi da bravo, a leccare"
Riparte così dal piede, ma, preso da un raptus di voglie, si ritrova presto con il viso tra le mie cosce.
"Ehi, ma come osi! Vergognati!". Lo frusto più volte sulle natiche, per poi dirgli che, forse, ero stata troppo cattiva e che per farmi perdonare, gli avrei permesso di tornare con il suo muso tra le mie gambe. La sua lingua allora raggiunge la mia natura. "E' bravo", penso stronzamente. "Persino sprecato, per quella santa donna di mia sorella".
"Voglio alzarmi, spostati!". Come una cagna scodinzolo il culo vicino al suo viso.
"Che aspetti? Non mi vuoi?". Come una furia, le sue mani mi prendono sui fianchi. Mentre lo string stava scivolando a terra, mi giro, mordendo la sua bocca e il suo collo.
Voglioso, finiva di liberare i seni dal bustino, mentre la mia lingua indecente lo cercava, godendo ad ogni suo cedimento.
"Forse mi aveva sempre desiderata", penso.
Inizio a camminare, di nuovo, portandolo a 4 zampe, verso i divanetti. Metto al centro del salottino di specchi, e lo supplico di fare quel ciò che un cane avrebbe fatto.
Con violenza mi prende. Mi gira con il viso rivolto verso lo schienale. Sento finalmente mordere la mia schiena, il mio collo. Schiaffeggiare il mio culo; sembrava ed ansimava veramente come un cane.
Montandomi come un ossesso, avrebbe voluto dirmi tanto, lo sentivo. Ma sapeva che sarebbe stato peggio. Continuava così, in quel possedermi, sino a sfilarlo, e venirmi sulla schiena.
Era stato bravo, dovevo ammetterlo. Slaccio il suo collare e riprendo a salire la scalinata.
"Vai, sei libero" gli dico, mentre divertita gioco con la frusta.
Eppure...non sono ancora soddisfatta ...

RACCONTI EROTICI: Una sorpresa pazzesca..(trans)

sto tornando a casa e ripenso all'incredibile nottata che ho passato,ho mille emozioni che mi passano x la testa,sono ancora esageratamente eccitato e se non fosse x il fatto che sono sfinito mi fermerei a masturbarmi da qualche parte....Ma comincio dalla sera del 23 dicembre quando la mia "amica" trans che chiamerò Mia mi ha chiamato e mi ha invitato a passare la notte della vigilia di natale a casa sua insieme a lei...mi disse che mi aveva comprato un bel regalo e che non potevo rifiutare...gli dissi che ero libero e che sarei arrivato da lei intorno alle 10,e la salutai...la sera dell'appuntamento mi avviai verso casa sua,l'anno prima mi aveva regalato un profumo,e durante il tragitto tentavo di indovinare quale potesse essere il regalo,,mi venivano in mente mille cose,ma scoprii più tardi che non ero mai stato cosi lontano dalla realtà..quando sono arrivato a casa sua, Mia, mi apre la porta tirata di tutto punto..camicetta bianca con due bottoni slacciati che lasciavano intravedere il suo reggiseno anch'esso bianco,ma soprattutto parte della sua 4 di seno,minigonna nera molto aderente,calze autoreggenti bianche e tacchi a spillo...entro,la saluto,mi spinge contro il muro e con le mani sulle mie guance mi dà un bacio molto passionale,la lasciavo fare e ricambiavo con piacere ed ero già molto eccitato..mi dice di andare in camera e spogliarmi,nel frattempo avrebbe preparato il mio regalo,sono rimasto in boxer e maglietta e dopo poco è entrata lei con un pacco regalo..l'ha appoggiato al comodino,e mi ha detto di aspettare ad aprirlo,intanto dovevo pensare a cosa conteneva..intanto era in piedi davanti a me e comincio ad accarezzarla,gli sfilo la mini e con carezze e morsetti gli avevo fatto venire un'erezione che non sopportava più quel piccolo perizoma,,poco dopo l'ho liberata e il suo bel cazzo era diventato duro come una pietra..leccavo,baciavo e spompinavo con 1 voglia da vera troia,mi piaceva sentire i suoi umori..nel frattempo eravamo entrambi nudi,mi viene sotto e cominciamo un 69 da impazzire..spompinavo con foga ed ero concentrato solo sul suo cazzo,,,ma lei aveva preso di mira anche il mio culetto,ogni tanto oltre al mio cazzo si metteva in bocca anche 2 dita che appena bagnate a dovere le infilava nel mio ancora stretto buchino..ma lei ci sapeva fare e dopo pochi minuti ero pronto ad accoglierle,,e si facevano strada dentro di me.." ora mettiti a pecorina,tanto sò che ne hai voglia""non c'era bisogno di rispondere;;mi conosce fin troppo bene,pochi secondi ed ero li col culetto voglioso di sentire la sua mazza dura dentro di me..un pò di gel e prima la cappella poi tutti i suoi cm si erano fatti strada aprendomi in 2 mi sentivo una vacca in calore,mi scopava e godevo quel pezzo di carne nel culo..mi dice""mentre ti scopo apri il tuo regalo,aveva calato un pò l'intensità e mi concentravo sul pacchetto..lo apro e ci trovo una cintura con un finto cazzo di notevole misura..non ho fatto tempo a dire niente che lei mi dice che era solo una parte del regalo e il resto è li,,mi dice,,puntando il dito verso la porta..dovetti girare la testa x guardare e in quel momento entra una ragazza stupenda,con capelli lunghi neri,occhiali da professorina,vestitino cortissimo nero,autoreggenti e tacchi...mi saluta""ciao bella troietta quella cintura è x me,e adesso ti scopo io""mi dice...tutte le mie fantasie erotiche realizzate in un solo istante, un trans mi inculava mentre una ragazza mi guardava e mi voleva.ben presto si era spogliata e si era messa sotto di me..mentre ancora prendevo il cazzo di Mia,,abbiamo cominciato anche con lei un fantastico 69,leccavo quella figa completamente rasata e lei a colpi di lingua mi fà venire dopo poco..lo stesso fà Mia dentro di me..""non è finita qui" mi dice la ragazza""succhia il cazzo di Mia"" e me lo mette in bocca,pochi colpi di lingua ed era già duro di nuovo...impazzivo dal piacere sapendo che quella bella ragazza mi guardava succhiare un cazzo,,quando qualcosa di freddo a cominciato ad aprirmi le chiappe,con colpi sempre più forti,,alternati a frasi tipo""stasera sei l'unica vera troia qui dentro"",,,""muovi il culo,fallo entrare tutto puttanella""e più andava avanti e più non capivo più niente..""voglio vedere comi mi scopi""gli ho detto,cosi mi giro,cuscino sotto la schiena,gambe tenute aperte da Mia,e lei che ricomincia a spingere,,la guardavo in faccia mentre mi spingeva quel cazzo di gomma nel culo..che senzazione fantastica...""ora lo voglio""mi dice si toglie la cintura e si siede su di me infilandosi il mio cazzo nel culo..mentre cavalca si sditalina come una pazza e ogni volta che appoggia la sua figa su di me la sento sempre più bagnata..qualche minuto e gli sborro nel culo...si abbassa e mi bacia ,anche Mia unisce la sua lingua alle nostre....un uomo,,una donna e un trans,,una serata sognata e desiderata da una vita.....grazie Mia una serata indimenticabile............

RACCONTI EROTICI: Footjob piedini caldi..

Ho incontrato ancora, per una sveltina, la mogliettina caldissima di cui ormai sono succube.
Ci siamo accordati per vederci in macchina ieri pomeriggio.
L'ho rimorchiata, indossava un vestitino leggero e stivali estivi al ginocchio.
Appartati, mi sono abbassato pantaloni e slip, ero già eccitato. Lei per farmi esplodere si è sfilata il vestito, il reggiseno e gli slip. Ha poi tolto lentamente gli stivali, ho visto i suoi piedini caldi smaltati rossi e sentito il profumo. Me li ha appoggiati sul cazzo e ha iniziato a muoverli su e giú. Mentre mi masturbava sentivo i suoi odori intimi e quelli dei piedi, ero inebriato. Le ho toccato la figa, era bagnatissima, mi sono eccitato al punto di esploderle sui piedi. Cinque schizzi caldissimi!
Si è pulita e poi, inaspettatamente, ha pulito anche il mio cazzo ormai floscio con la lingua calda.
Ho giá voglia di rivederla!

RACCONTI EROTICI: Ho dato il culo al mio ragazzo per la prima volta

ciao sono francesca, ho 21 anni, capelli neri, ho un bel culo e le tette sode, io e lui stiamo insieme da 8 mesi, il nome non lo scrivo perché se scopre che scrivo le storie su noi due come minimo mi lascia, e poi ho già scritto una storia che non deve sapere (se non l'avete letta fatelo si chiama Il Guardone).
Come ho scritto nell'altra storia lo amo molto e anche lui mi ama però nei rapporti (sessuali e non) domina lui: se decide una cosa lo devo fare per forza, non mi da molto fastidio l'uomo che comanda mi eccita molto, così lui un giorno qualche mese fa mi chiese se mi andava di provarlo anale, stavamo al telefono quella sera, lì risposi di sì ma poco dopo me ne sono pentita, perché non l'avevo mai provato nel culo, nemmeno con un dito, così quando ci salutammo presi l'iphone e cercai consigli sul sesso anale e tutte le cose che lessi mi diedero fiducia e calma, la gente che scriveva era molto soddisfatta dall'esperienza e dicevano tutti che il trucco era usare qualcosa per lubrificare, come del sapone o dei prodotti fatti apposta, andai in bagno e presi l'olio johnson dal mobile vicino la vasca, mi misi a pecora sul tappetino, me ne spruzzai un poco su un dito e iniziai a massaggiarmi l'ano, mi piaceva, provai a penetrarlo e mi fece un poco male ma mi eccitava, mi feci un ditalino con molta calma andando piano e mi è piaciuto molto, poi andai a dormire. Il giorno dopo andai a casa del mio ragazzo, pranzammo insieme e poi andammo in camera da letto, ci spogliammo, io mi sedetti ai piedi del letto e lui in piedi mi mise il cazzo in bocca, iniziai a fargli un pompino muovendo solo la testa con le mani appoggiate sulle sue cosce, lui aveva una mano sulla mia testa per tenermela ferma mentre mi infilava il cazzo in bocca, me lo fece arrivare fino in gola, poi mi stesi lui me la leccò in profondità sditalinandomi anche, poi lui mi alzò le cosce iniziò a leccarmi l'ano, me lo leccava con forza mi piaceva molto, gli dissi di prendere del sapone lui andò un attimo in bagno e tornò con un flaconcino di shampoo, quando tornò io stavo già a pecora, pronta per farmi inculare, lui prese lo shampoo e iniziò a mettermelo sul buco del culo massaggiando con una mano, con la stessa mando iniziò a segarsi in modo da lubrificarsi anche il cazzo, intanto con l'altra mano mi penetrava il culo col pollice, poi mi avvicinò il cazzo al culo e iniziò a penetrarmi piano piano, questo mi faceva davvero un po' male il suo cazzo è molto grosso, poi si fermò, vedeva che mi faceva male lo tolse e lo mise di nuovo dentro, stavolta più piano, avevo gli occhi chiusi la bocca spalancata, lui le mani sui fianchi e il cazzo nel mio culo, iniziò piano piano a penetrare con un ritmo lento ma costante, mi piaceva ma faceva anche male, però il piacere superava il dolore, appoggiai la testa sul cuscino ora ero la sua schiava lui mi inculava con la stessa forza con la quale mi avrebbe scopato, mi faceva ancora più male ma stavo godendo davvero tanto, poi lui mi disse di cambiare posizione, così mi misi su un fianco e lui da dietro che mi inculava con una mano su una tetta e una mano piazzata sul culo, continuava a penetrarmi a palparmi e a sculacciarmi finché non mi disse che voleva venirmi sul culo, così mi stesi lui si mise in ginocchio sopra di me iniziò a masturbarsi e venne su tutto il culo e sulla schiena ero innondata di sborra, che esperienza mi è piaciuto molto soddisfare il mio ragazzo..

RACCONTI EROTICI: Sesso a tre

Salve, mi presento, sono Roberta, 45 anni separata. Sono una bella donna mediterranea, mora, alta 1,70 dalle belle forme; ho deciso di raccontare alcune delle mie esperienze vissute quando ero ancora sposata e vorrei cominciare dalla prima di una certa importanza. Avevo, allora, 34 anni, 2 figli e tutto andava per il verso giusto. Con Gianni, mio marito, il sesso era ok, ma ogni tanto provavamo entrambi il desiderio di fare qualcosa di più trasgressivo. Un paio di volte ci eravamo mostrati in cam a una coppia di amici conosciuti in chat, una volta anche a lui da solo, e mi era piaciuto; mi era piaciuto vedere come Gianni si eccitava se facevo la sexy per qualcun'altro in sua presenza, era bello esibirmi, ma non avevamo mai avuto il coraggio di andare oltre. Fino a quella fatidica sera. Era estate, e a Viareggio c'era la festa latino americana. Noi a Cuba avevamo fatto il viaggio di nozze e così decidemmo di andare, per ballare un po' di salsa e bere qualche mojito fatto bene. L'atmosfera era piena di gioia, i ragazzi e le ragazze cubane ballavano in modo incredibile , e per noi impossibile; ogni tanto facevo un giro con qualche bel moretto...sapendo di essere guardata con eccitazione e gelosia da mio marito. Ma anche il mio sposino era apprezzato dalle ballerine, non tanto per i pochi passi di danza che conosceva, quanto perchè sapeva muovere con eleganza quel suo corpo sportivo. Indossavo un miniabito bianco semi trasparente, e sotto solo un bel perizoma e un reggiseno di pizzo bianchi. Mi stavo proprio divertendo, era caldo ma la brezza che veniva dal mare rendeva l'aria respirabile: Fra un ballo e un altro giravamo per gli stand e fu qui che per caso incontrammo Andrea, un mio ex compagno di studi che aveva sempre avuto un debole per me. Ci abbracciammo , felici di esserci incontrati, anche Gianni sembrava contento. Forse era un po' preoccupato per come mi corteggiavano i ragazzi , e fu lui che propose di andare a fare una passeggiata sul mare. Sinceramente io avrei preferito rimanere alla festa , ma accettai comunque di buon grado. Ci portammo dietro gli asciugamani da mare che avevamo in macchina e andammo sulla spiaggia che sembrava deserta; a me venne una voglia incredibile di fare il bagno; quando lo proposi Gianni e Andrea rimasero un po' perplessi, ma io mi sfilai il miniabito e cominciai a correre sulla sabbia in direzione del mare, urlandogli di spogliarsi e di seguirmi...e così fecero. Vidi arrivare Gianni tutto nudo e Andrea che invece si era tenuto gli slip, si vergognava il ragazzo ! Cominciammo a giocare in acqua, mi divertivo come una bambina alle giostre, spruzzi negli occhi, tuffi sott'acqua, ma poi cominciammo ad avere un po' freddo e così uscimmo da quel mare tutto nero. Mi resi conto che il mi intimo bagnato era diventato completamente trasparente, e mi prese uno desiderio sempre più ardente; mentre camminavo ancheggiavo con malizia. Gianni, che era sempre nudo, prese un telo per coprirmi , sembrava un po' geloso, indeciso però mi disse di togliere il reggiseno che era bagnato e mi faceva freddo e cominciò ad asciugarmi... io ormai ero partita: Tolsi l'asciugamano dalle sue mani e rimasi con solo le mutandine. Con la coda dell'occhio vidi Andrea che guardava stupito il mio seno e tutto il resto: passai con dolcezza il telo sulla pelle bagnata e abbronzata di mio marito; quando scesi all'altezza dell'inguine mi accorsi che aveva un'erezione impressionante, come non gli vedevo da anni... e fu la fine...ho perso ogni inibizione. Ho lasciato cadere l'asciugamano e ho preso in bocca quel bel cazzo moro, sapendo che dietro di me Andrea ci stava osservando: Speravo che allungasse le mani o dicesse qualcosa, invece era lì impalato imbarazzato senza parole: Mi girai verso di lui con l'aria più a troia che potevo, mi avvicinai lentamente. Lui sembrava terrorizzato. Sorridendo gli sfilai le mutande bagnate che coprivano un arnese di tutto rispetto, bello teso che sembrava scoppiare, mi piegai, lo presi in bocca e cominciai a leccare, ciucciare godere. Sentii le mani di Gianni, prima sul mio sedere, poi che si infilavano sotto il perizoma; ero bagnatissima, fu facile per lui infilarmi l'uccello nella patatina scostando appena il filo interdentale: Che meraviglia, per la prima volta avevo due cazzi tutti per me, uno in bocca e uno dentro che mi pompava mantre ero a pecorina, una situazione che fino a poche ore prima non avevo nemmeno il coraggio di immaginare. Sculettavo come un'indemoniata,e Gianni approfittando del fatto che stavo producendo una quantità incredibile di liquido lubrificante infilò un dito nel mio buchetto: Non glielo avevo mai lasciato fare prima, ma quella sera era tutto lecito, godevo come una cagna in calore, talmente tanto che in breve raggiusi un orgasmo stratosferico, un'esplosione che mi lasciò letteralmente senza fiato. Il paradiso non può essere meglio. Per qualche attimo provai delle emozioni e delle sensazioni che mi fecero girare la testa . Presi un attimo di fiato, feci uscire Gianni dal mio corpo, e presi in mano quei due cazzi giovani e duri, li masturbai con dolcezza fino a che vennero praticamente in contemporanea urlando di piacere, al punto che dalla strada sentimmo arrivare dei commenti salaci. Vedere quei due membri che schizzavano mi provocò un'altra ondata di piacere, stavo diventando una vera porca !! Poi si creò una situazione piena di imbarazzo. Andrea tornò verso il mare per risciacquarsi un po', in tutta quella situazione non aveva detto neanche una parola, mentre Gianni mi abbracciò da dietro con dolcezza , come se volesse esprimere e una sorta di riconoscenza per il piacere trasgressivo che gli avevo regalato. Poi con calma ci rivestimmo, si fa per dire visto che sotto il vestitino ero completamente nuda, e ci avviammo ognuno verso la propria macchina: Io da quella volta Andrea non l'ho più rivisto, lui non ci ha cercato e nemmeno noi l'abbiamo fatto. Imboccammo l'autostrada verso casa e mi addormentai in macchina: Qualche giorno dopo Gianni mi confessò che al casello mentre pagava il pedaggio mi alzò il vestito in modo che il casellante vedesse la mia passerina !! Che porco...

RACCONTI EROTICI: La suocera

tutto è successo 2 anni fa. decidiamo con mia moglie di restaurare casa, e i miei suoceri si propongono di ospitarci per 2 settimana. i suoceri sono una bella coppia lei una bellissima donna di appena 12 anni più di me per l'esattezza 52 anni. quel sabato mattina estivo credevo di esser rimasto solo in casa pensavo che erano andati tutti al mare invece mia suocera era rimasta a casa. mi alzo è scendo per andare in bagno. passando davanti alla camera di mia suocera la porta è aperta e resto sorpreso nel vederla nuda che si veste. non credevo che avesse una fica curata e un pelo nero. il mio pene divento dritto. marco..marco scusami chiuse la porta. ma io la riaprii immediatamente la presi un po di forza e la feci sdraiare nel letto. lei non reasci e dopo pochi secondi il mio membro era dentro di lei. devo confessarvi che sembrava una zoccola. godeva da urlo tanto che dovevo tenergli una mano sulla bocca. gli venni completamente dentro visto che è in menopausa. continuammo per un'altra ora. la nostra storia prosegue e siamo diventati degli amanti. lei mi ama e ci divertiamo da matti. mi ha confessato che il marito non l'ha mai scopata bene e lei l'ha sempre tradito. a volte scopiamo in piedi in cucina con mio suocero in salotto.

RACCONTI EROTICI: L'idraulico e mia moglie

Mia moglie ha 38 anni ed e' veramente attraente. Quest'estate abbiamo avuto un piccolo guasto al lavabo in cucina e io avevo chiamato l'idraulico sapendo che c'ero in casa anche io. Non mi piace far entrare sconosciuti quando io sono assente.
Venne un giovane che si mise subito al lavoro. Mia moglie stava in cucina stirando. Indossava uno scamiciato leggero su di una maglietta di cotone.Quando lei stira, guarda un piccolo televisore che abbiamo in cucina. Il giovane si era messo sotto il lavabo, trafficando con gli attrezzi soliti. Io me ne ero tornado a leggere in salotto. Poi, mi si accese la lampadina. Cominciai a immaginare se non ci fossi stato, se il giovane avesse importunato mia moglie,se fosse capitato insomma qualcosa. E mi eccitai poco a poco. Non ne potevo piu'. Mi alzai silenziosamente, senza le infradito per non far rumore.Mi avvicinai senza essere visto alla porta della cucina e spiai. Mia moglie, poverina, stava stirando mentre guardava la tv, girata di spalle al lavabo. Il giovane, che era disteso per terra, si era leggermente spostato con la testa verso mia moglie e si stava godendo lo spettacolo delle sue cosce abbronzate e delle mutandine. Era visibilmente eccitato. Il grosso pacco che gli vedevo nella tuta leggera lasciava capire. Ogni tanto faceva movimenti con i ferri, ma spesso si toccava davanti...Non poteva vedermi da dove stavo. Dopo aver osservato la scena, decisi di andar via e di lasciarlo godere. Corsi in bagno e dovetti masturbarmi violentemente, pensando se il giovane avesse messo mia moglie piegata a novanta gradi sull'asse da stiro, sfilato le mutandine e infine sturato a fondo la sua fontana.Alla fine del lavoro, il giovane (che era eccitatissimo) chiese di poter andare in bagno. Chiamai mia moglie e le dissi :"amore, fai vedere tu dove sta il bagno?". Una volta andato via il giovane, raccontai a mia moglie come si era eccitato il giovane e lei, sorridendo, mi rispose semplicemente che ero un porco. La portai in bagno e le mostrai alcuni residui di schizzi sul lavandino (erano quelli miei). Lei penso' a quello che aveva potuto fare il giovane e commento' :"siete tutti porci voi altri".

RACCONTI EROTICI: Fantasie domestiche..

Ho 24 anni, sto col mio ragazzo da circa otto mesi e non abbiamo mai realmente vissuto insieme più di qualche giorno alla volta, né io ne sento un particolare bisogno. Tuttavia, ogni tanto tra le mie fantasie appaiono immagini di noi in una casa tutta nostra: per una volta mi piace immaginarmi più adulta, con qualcosa di più responsabile nel mio atteggiamento, non so spiegarmi. Mi immagino di sera, passare nel soggiorno di questa bella casetta, ancora vestita con gli abiti del giorno. Mi immagino di essere sfinita da una giornata di presumibile duro lavoro, e anche un po’ irritata, probabilmente, dall’impossibilità di potermi rilassare in qualche modo, dato che l’indomani si lavorerà di nuovo. Il mio ragazzo, in questo caso compagno, o marito, poco importa, sarebbe anche lui in soggiorno, immerso nella lettura di un libro e probabilmente preda dei miei stessi sentimenti. Mi dirigo in cucina per lavarmi le mani e così il rumore dell’acqua che scorre mi impedisce di sentire il rumore di passi del mio uomo, che furtivamente mi è arrivato alle spalle. Mi accorgo di lui solo quando mi alza la gonna fin sopra il sedere e mi tira giù le mutande. Sussulto di colpo e mi giro lentamente a guardarlo. Lui è inginocchiato dietro di me e mi guarda con occhi vogliosi. Oh sì…basta quello sguardo a provocarmi calore e desiderio tra le cosce. Lui mi palpa i glutei e poi, aprendomeli un pochino, comincia a leccarmi la fica e anche un po’ più in su l’altro buchino, con tanto trasporto che sembra un affamato a digiuno da giorni di fronte a una torta di mele. Io mi godo il momento, col busto leggermente reclinato sul piano della cucina. Amo sentire il mio uomo alle mie spalle, che mi accarezza, mi abbraccia o mi parla. Mi provoca sempre un’emozione forte sentirlo dietro di me, non guardarlo ma avvertire la sua presenza, rassicurante ed eccitante insieme. Ora tutto questo insieme al piacere provocatomi dalla sua lingua mi infuoca, la mente mi si annebbia e mi sale una voglia tremenda di fare porcate innominabili, e subito. Dopo un attimo lui smette di leccarmi, mi appoggia le mani sulle spalle e mi rimette dritta con la schiena contro il suo corpo. Mi accorgo che si è già slacciato i pantaloni, perché sento il suo cazzo in erezione, caldo, strusciare contro i miei glutei. Finora tutto si è svolto in perfetto silenzio. Io sto fremendo, lo prendo per i fianchi portandolo contro di me e gli sussurro con voce roca dal desiderio: “Sì, ti prego…scopami nel culo. Voglio che mi rompi il culo” Lui sussulta e si stringe ancora di più a me, ma non risponde. Mi bacia e mi lecca sul collo mentre con le mani mi tira fuori i seni dalla maglietta scollata e li stringe tra le mani. Purtroppo il piano della cucina è troppo alto per me, quindi lui mi guida verso il soggiorno e mi fa sedere sul divano. Siamo entrambi ancora completamente vestiti, solo che io ormai ho la gonna che mi fa da cintura e la fica in bella vista, e lui il suo bel cazzo che spunta dai pantaloni. Apro le gambe discintamente, mostrandogli la mia fica aperta, umida e desiderosa. Lui si avvicina a me e con una mano mi prende la testa, con l’altra mi mette il suo cazzo dritto in bocca. “Succhialo, mia piccola puttana” dice, e intanto mi infila due dita nella fica e comincia a masturbarmi. È sempre stato bravo in questo e col tempo è migliorato, tanto che sto quasi per venire, aiutata dall’eccitazione che mi provoca il suo cazzo che mi spinge in bocca. Ma lui evidentemente non vuole che io venga subito così, vuole esaudire il mio desiderio.
Mi prende e mi gira, mettendomi in ginocchio sul divano col culo per aria. Mi lecca ancora un po’ lì, anche se sono già fradicia, e poi comincia piano ad infilarmelo nel culo, mente con l’altra mano mi accarezza il clitoride. Gemo, un po’ per il piacere e un po’ per il dolore, poi grido quando è entrato tutto dentro e lui comincia a muoversi. Ma sono così arrapata che il dolore mi eccita, voglio essere scopata senza riguardo. Devo avere lo sguardo folle mentre gemendo lo incito “Sì sì, rompimi il culo, ti prego!” Anche lui ha un’aria malvagia, eccitata oltre ogni limite, mi spinge dentro con tutte le sue forze. Gli prendo la mano e gli lecco due dita, poi gli chiedo di mettermele nella fica e continuare a masturbarmi come stava facendo prima. Lui mi smanetta con violenza e la sensazione è piacere puro, oltre ogni limite. “Più forte! Più forte!!!” grido, finché non vengo con uno degli orgasmi più intensi che abbia mai avuto. Lui pure ansima più forte e mi annuncia che sta per venire; gli dico “Vienimi addosso, coprimi di sborra!” E così lui si tira fuori dal mio culo e si masturba davanti a me – sa che mi piace guardarlo mentre lo fa – poi mi tira per i capelli e viene, schizzandomi sul petto e sul viso. Succhio le ultime gocce dalla punta del suo uccello e lo ripulisco avidamente con la lingua. Quando si abbandona seduto affianco a me, sospirando “Whew…che scopata!”, io gli do una leccata sul collo. Mi sento ancora incredibilmente porca e gli sussurro “Scopiamo ancora…tutta la notte, finché non mi avrai coperta di sborra ovunque” e gli sorrido. Una fantasia come tante, che non vedo l’ora di mettere in pratica…

RACCONTI EROTICI: Se mi fai bere mi trasformo!

Ciao a tutti, sono d....e, ho 26 anni e sono sposata dal 2008, mio marito e' un bravo uomo ma ancora non mi conosce fino in fondo perche' purtroppo per lui, non sa che quando esco con amici o amiche, mi piace bere e quando bevo divento una che non aspetta altro che essere scopata, Come settimana scorsa quando abbiamo organizzato una cena tra colleghi!!! Io lavoro in casa di riposo e diciamo che l'età media dei miei colleghi é abbastanza bassa, si aggirano tutti tra i 30 e i 40 anni, tranne giampaolo che ne ha quasi 50. Settimana scorsa abbiamo appunto organizzato una cena tra noi colleghi, ritrovo ore 19,30 per aperitivo, uno ,due, tre, già un pò brilla e soprattutto perché i miei colleghi "maschi" me lo chiesero, andai in macchina con loro, eravamo in 4 io Giampaolo, il 50enne, daniele e mirko, bei ragazzi ma non sicuramente i miei tipi. fatto sta che tra una battuta e un'altra, daniele, seduto dietro con me, mi mise una mano sulla gamba di nascosto, lo guardai e lo lasciai, lui subito ne approfitta a me la mette sempre piu'.....più su....piu su...mi lasciai toccare per bene e mi venne l'idea di avvicinarmi ai sedili davanti a parlare con gli altri, lui subito capì che avevo fatto apposta cosi mi poteva toccare il culo e vista la gonna nera ed elastica comoda da alzare da dietro, la alzo in 2 secondi, mi sposto' il perizoma e comincio' a ficcarmi le dita nella figa, alzai bene il culo cosi poteva entrare meglio!!! Intanto gli altri davanti continuavano a scherzare e a ridere all'insaputa di tutto, era una situazione troppo eccitante, cosi' eccitante che senza fare apposta, ansimai! merda... Si girarono subito tutti e due a vedere che stava succedendo, e quel coglione di daniele senza problemi gli disse: " questa é una porca ragazzi" e si mise a ridere, io feci l'offesa e gli diedi del testa di cazzo, solo che mirko, il passeggero davanti, si girò e vide la situazione. Che imbarazzo, ero in macchina con tre colleghi, ubriaca mentre uno mi sditalava per bene figa e culo!!! "ferma la macchina e accosta" disse mirko, io dissi di no ma niente da fare, erano gia' caldi e vogliosi, accostò nel primo parcheggio e spense la macchina. ecco , era la fine, che fare? Niente, ero fregata, a me piace scopare, ma con tre mi sembrava veramente di esagerare! orrmai ero li, mi fecero scendere dalla macchina molto gentilmente, ma meno gentilmente mi girarono e mi sbatterono sul cofano della macchina. hanno cominciato ad offese, che troia, puttana etc, non che mi piacesse più di tanto, pero' li decisi di lasciarmi andare una volta per tutte.
Non so chi per primo mi alzò la gonna toccandomi per bene il culo e cominciò a leccarmi tutto quello che c'era da leccare, ma so che cazzo grande aveva giampaolo quando mi prese la testa e se la portò al pisello, era violento, mi diede due schiaffi e me mise in bocca, scusate in gola, facevo fatica a respirare, ma mi piaceva, dietro gli altri intanto mi scopavano, prima uno dopo l'altro, ero in estasi, poi mi prendono in braccio uno alla volta e mi scopano ancora, ogni tanto mi danno un goccio di birra per non farmi passare la sbronza, praticamente passarono tutti i loro piselli in quasi tutti i buchi, si perche mancava solo il culo....passo di li in quel momento una macchina dei carabinieri e mi fecero montare di corsa in macchina, cominciai a rivestirmi ma quando andò via tornarono uno alla volta in macchina, il primo fu giampaolo il 50enne, monto' dietro l, mi giro' mi prese per il collo e mi disse" preparati", ok gli dissi , mettimelo dove vuoi, e lo fece, mi sputo' sul buco del culo, mi mise due dita e dopo mi apri' totalmente il culo....faceva male, tanto male, le prime due spinte ho urlato, dopo basta, ero totalmente sua, mi venne in bocca, e cosi fecero anche gli altri, prima il culo e dopo costretta a bere.....scusami maritino, ma non ti prometto che non succerdera più......divino

RACCONTI EROTICI: Donna sino alla fine !


Amo il mio uomo e soprattutto amo vederlo godere grazie a me. Sono le 19. Io sono a casa. Lui arriverà a breve. Vado in bagno e decido di farmi bella per lui. Metto il reggiseno leopardato che incornicia con malizia la mia 5a abbondante e soda..metto un perizoma di pelle nera.. Con dei lacci neri nella parte superiore e poi le autoreggenti nere anch esse. Infine un bel paio di decoltè neri.. Alti.. Lucidi.. Spregiudicati.. Sono pronta. Uno spruzzo di profumo,un velo di rossetto rosso fuoco e mascara.. E sono pronta. Sento le chiavi girare nella toppa. È arrivato. Entra e mi vede.. Mi bacia e si siede. È ancora vestito dà muratore.. Mi eccito.. Gli salgo sopra e lo bacio mentre lui inizia ad accarezzare il mio seno e il mio sedere. Mi abbasso.. Eccolo e già li duro e rosso pronto per me. Il suo cazzo esprime vigore e io non lo voglio deludere le sue aspettative. Lo lecco sulla cappella e infilo la lingua nel buchino. Lui geme sotto i colpi della mia lingua.. Poi lo prendo. E lo metto in bocca centimetro per centimetro ingoiandolo tutto fino sopra alle palle. Lui mi tiene la testa mentre me lo ficca in gola e si muove nella mia bocca senza pietà e senza farmi prendere respiro. E io non replico. Succhio e basta xk lui mi ha insegnato che devo sempre e comunque rispettare il suo cazzo. E lui che comanda io eseguo. Mi fa male la bocca. Lui allora me lo passa su tutta la faccia. Mi da dei colpi al viso e poi lo mette di nuovo nella mia bocca con più violenza e voglia di prima. È grosso mi viene qualche conato ma continuo. Ora punta alla figa. Entra e me la spacca. Senza pietà e con i suoi modi duri. Mi prende sopra e nella foga di scopare sbatto più volte la testa sul muro.mi prende sotto di lato a cucchiaio.in piedi seduta. E poi arriva la 90. E forte fa male.. Io urlo. Non lo dovevo fare. La punizione?dritto nel culo. E spinge mentre io stringo. Poi un colpo in culo e uno in figa.. A lungo.. Decide di venire. Mi inginocchio davanti a lui. Lo succhio.. Arriva. Punta agli occhi e alla bocca ma prende anche faccia e capelli. Io continuo a succhiare mentre lui si accende una sigaretta.

mercoledì 4 dicembre 2013

STORIE FETISH : le sue fantasie..

Un spasimante, mi manda un'email scrivendomi così:




 Ciao tesoro;
scusa per la lunga assenza: a dire il vero è da quando il tempo si è stabilizzato su queste belle giornate di sole che mi torni in mente prepotentemente, ma ci si è messa di mezzo un'influenza fuori stagione a mettermi ko per un po'.
Come stai? Influenze a parte, io me la passo bene. E' il tempo che preferisco in assoluto: sole che mette di buon umore ma senza quel caldo che stende, rende torpidi e indolenti. Vero che poi passo il mio tempo in ufficio o in casa, ma la percezione della bella giornata fuori mi fa stare comunque meglio. In realtà, il mio umore dipende più che altro da come va il lavoro, mi rendo conto. I giorni in cui sento di aver combinato molto, vado a casa contento e mi godo la serata. Quelli in cui ho cincischiato e realizzato poca roba, anche la sera diventa più irosa e meno godibile. Fortunatamente in questo periodo faccio cose abbastanza interessanti, c'è anche in previsione una breve trasferta negli Stati Uniti, forse una settimana verso fine mese. Unico, vero neo: avrei bisogno di un passaggio di consegne da un collega che se ne andrà tra un paio di mesi, ma non c'è mai tempo di metterlo in pratica e così finiremo a ridurci all'ultimo momento e a dover improvvisare. Va bè, è un piccolo prezzo da pagare, proprio non mi posso lamentare di come sta andando, almeno per ora.
Sai benissimo che però, quando ti dico che con questo sole penso a te, non è il lavoro che mi viene in mente. Sono qua che mi fermo un attimo e guardo fuori dalla finestra con un mezzo sorriso, immaginando i tuoi piedi in questo momento. Indossi delle calzine di nylon fradice di sudore profumato? Il piede è bollente nella scarpa? Stai giocherellando, facendola dondolare a destra e a sinistra dalla punta?
Cosa non darei per essere lì, sdraiato sotto la tua scrivania, a respirare a pieni polmoni il profumo del tuo sudore! Quanto mi piace guardare i piedi alle colleghe verso quest'ora del giorno: se senza pensarci si sfilano le scarpe, vedo benissimo che la giornata ha lasciato le sue tracce. Il piede è bagnato di sudore e la polvere vi si è appiccicata, creando quei piccoli grumi salati che mi piace tanto leccare via piano piano. I tuoi saranno così? Ricordo il loro profumo dalle prime calzine che mi hai inviato... sì, saranno così. La polvere e il sudore della giornata calda appena sotto lo strato di nylon.
Prima darei soddisfazione solo all'olfatto. Anzi, no, anche al tatto: il tuo piede appoggiato sulla mia faccia, con il

rinforzo della calza all'altezza del naso. Respirare quell'aria umida e dolce... che goduria! Tu muoveresti il piede senza un senso preciso, usando la mia faccia come base di massaggio, sentendo nell'aria la mia eccitazione. Solo dopo un po' mi daresti l'ok per passare al gusto. La mia lingua passerebbe ripetutamente sulla pianta del piede, avanti e indietro, leccata e controleccata. Bagnerei completamente le calze e prenderei in bocca le dita, come per strizzare via tutto il sapore. Ciuccerei il nylon caldo, accarezzerei tutta la superficie con lamia lingua vogliosa, godrei a sentirti rabbrividire ogni tanto sotto una leccata più riuscita del solito.
Tu allora ti toglieresti le calze e mi permetteresti finalmente di passare alla pulizia profonda. Lingua tra un dito e l'altro, potrei finalmente assaporare il sudore dove è più concentrato, e dove il nylon non mi permetteva di giungere. Senza fretta, metodicamente, mangerei ogni briciola di sporco, berrei ogni goccia salata, fino a lasciarti i piedi come appena lavati. Quando ormai non ci fosse più sapore né odore nemmeno a cercarli con la pila, allora passerei alle scarpe, finora lasciate in disparte. Prima luciderei l'esterno cercando il tuo sguardo di approvazione mentre la mia lingua svolgerebbe il ruolo di lucido e spazzolino tutto assieme.
Che scarpe hai su? Non importa, nella mia fantasia sono sandali alti con tacco 12, molto molto usati, un vero piacere per i miei occhi e la mia bocca. E tu li avresti indossati nuovamente prima di farmeli leccare, col tuo piede guideresti la mia opera sulle parti che mi vuoi veder lucidare. Io, da bravo schiavo, sono contento di obbedire, un sandalo davanti alla mia bocca e l'altro appoggiato sul mio petto, il tacco che preme un po' e mi causa un leggero e piacevolissimo dolore.
Anche le scarpe finirebbero presto pulitissime, come non mai. Io in estasi, un'erezione incontenibile e la faccia tutta sudata dal piacere che queste operazioni mi hanno regalato. Allora tu ti sfileresti le mutandine rimanendo sopra di me, facendoti guardare mentre le levi, e me le faresti penzolare a un centimetro dalla faccia. Un odore aspro e violento, un afrore che mi fa quasi venire sul pavimento, e saprei che le hai tenute su per giorni e giorni, e ci sei anche venuta dentro ripetutamente, per prepararle per me. Il succo bianco del tuo piacere è diventato giallo rimanendo lì per giorni, al caldo e all'umido delle tue cosce sudate, e nemmeno un lavaggio a 90° potrebbe rimuovere del tutto l'odore della tua fica calda e gocciolante di piacere, odore appena rinnovato per la tua eccitazione al vedermi così, ai tuoi piedi.
Mi faresti soffrire per un po', dondolando la profumata preda appena fuori delle mia portata. Io cercherei di alzare la faccia per afferrarle con la bocca, ma tu mi terresti a bada col tacco, spingendomi a terra ogni volta. Poi mi faresti segno di tirar fuori la lingua; io obbedirei prontamente e tu allora, sempre dondolandole, ce le passeresti sopra, con leggerezza. Io non sarei soddisfatto, così infoiato, da un contatto così leggero. Lo strofinamento lieve mi dà solo un assaggio di quel sapore che sono così voglioso di gustare fino in fondo, eppure non posso fare niente che obbedire. Un po' perché c'è sempre quel tacco a ricordarmi chi comanda, e un po' perché so che devo stare alle tue regole, pena l'interruzione del gioco. Allora chiudo gli occhi e concentro tutto me stesso in quel po' di sapore, in quell'odore forte. Cerco di dilatare il tempo, di far durare a lungo quella situazione. E di colpo sento che me le lasci cadere in bocca.
Dischiudo immediatamente le labbra, le divoro avido e inizio ad inondarle di saliva per poi spremerla di nuovo fuori, arricchita con il tuo brodo amaro e selvaggio. I tuoi succhi mi bruciano in gola e sulla lingua, e con gli occhi di nuovo chiusi e le guance rosse assaporo fino in fondo le tue secrezioni. Tu senti i rumori di suzione, la mia lingua che spinge il tessuto contro il palato, la mia gola che ingoia vogliosa tutta la tua panna, e ti ecciti come non mai. Ti siedi sul mio petto, la fica tutta bagnata a pochi centimetri dalla mia bocca, e inizi a toccarti. Non ti ci vuole molto: se a me piace, non è che a te dispiaccia. Forse un paio di minuti poi il tuo respiro accelera, inizi a mugolare. Ti porti avanti, sulla mia bocca, e mi fai colare in bocca il tuo miele appiccicoso e - stavolta - appena preparato. Io apro la bocca senza sputare le mutande, e il tuo piacere fresco si mischia a quello stagionato, in una miscela che mi fa partire del tutto.
Non ce la faccio più, inizio a toccarmi e dopo trenta secondi vengo anch'io, inondando la scarpa che tu hai messo in posizione strategica, rimanendo a cavalcioni del mio petto. Tu aspetti che il mio respiro torni normale , che io torni in me e mi renda conto di quello che faccio, poi porti la scarpa davanti alla mia bocca e mi ordini di bere tutto. Eh, dopo l'orgasmo, specie uno così intenso, l'eccitazione svanisce, e il compito mi appare arduo. Come dirti di no, però? E così apro di nuovo, obbediente, e facendo solo un po' di boccacce, ingoio il malloppo biancastro che tu ci fai cadere dentro. Penso di aver finito ma non è così: tu non hai pietà e non ti sposti, mantieni lì la scarpa e mi fai cenno di leccare via tutto quello che è rimasto attaccato, fino a pulirla perfettamente. Allora io mi eccito di nuovo e torno a toccarmi mentre lecco con passione, come se fosse roba tua - e in un certo senso lo è - e non mia.
Che dici, a quel punto ti siederesti sulla mia faccia e ti faresti leccare per bene, fino in fondo e facendoti stimolare il clitoride con le labbra e la lingua, oppure ti siederesti soddisfatta in poltrona, concedendoti un po' di semplice relax, con me a farti da poggiapiedi? ;-)

STORIE FETISH:GIOCHI DI SOLLETICO EROTICO

Sono una ragazza a cui ogni tanto piace partecipare a qualche party disinibito. Un giorno ricevetti un invito da un amico, Franco, che mi disse che aveva in mente di fare un gioco nuovo e che se avessi portato anche un paio di amiche sarebbe stato più divertente. Riuscii a trovare solo Angela che ritenevo adatta al genere di party a cui ero stata invitata e lo dissi a Franco. Lui mi chiese se soffriva il solletico, e io risposi che mi pareva di sì. Ci trovammo così la sera a casa di Franco insieme con altri ragazzi e ragazze che non conoscevo e cominciammo tutti insieme a ballare.
 Dopo un po’ Franco, battendo le mani per attirare l’attenzione, disse: “Propongo di fare un gioco di società che consiste nel farsi delle domande a turno su un argomento personale. Se chi è interrogato non risponde o dice cose inverosimili, viene solleticato finchè non dice la verità. Tutti sono stati d’accordo, compresa la mia amica Angela, e Franco ha estratto il nome di chi doveva rispondere per primo: guarda caso, è uscita proprio lei. Franco le ha chiesto qual’era stata l’ultima volta che si era masturbata e a cosa aveva pensato per eccitarsi. Lei ha risposto che non ricordava perchè era molto tempo che non lo faceva, ma siamo stati tutti d’accordo nel dire che non ci credevamo. Allora, dopo averla fatta sdraiare sul parquet della stanza, Franco le ha alzato le braccia sopra la testa.
A questo punto le si sono avvicinati altri due ragazzi con delle piume ed hanno cominciato a passargliele con lentezza sotto le ascelle…Angela, che non se lo aspettava, ha cercato di resistere facendo vedere che le piume non le facevano nessun effetto, ma dopo un pò ha cominciato a ridere e a dimenarsi: “Ah.ah.ah.basta… smettetela…” però poi ha ribadito che era molto che non si toccava. Allora Franco le ha tolto le scarpe ed ha cominciato a sfiorarle i piedini lodandoli per come erano belli e curati. Angela, che è molto sensibile ai complimenti, ha cominciato a muoverli in maniera molto aggraziata, allungandoli come una ballerina classica e sollevandoli per farglieli vedere meglio, ma proprio mentre faceva questo Franco ha cominciato a solleticarglieli con le dita mentre gli altri la solleticavano con le piume sotto le ascelle.
Angela ha ricominciato a ridere e a contorcersi tutta con la gonna che le saliva sulle cosce facendoci vedere le mutandine color fucsia e, mentre noi guardavamo sempre più eccitati, Angela ha detto che se smettevano di solleticarla avrebbe detto la verità a tutte le domande che volevamo farle. Franco ha replicato che per il momento bastava così ed ha proposto di allargare il gioco a tutti con questa differenza: ciascuno a turno doveva rispondere ad una domanda, ma se la risposta non era ritenuta veritiera, veniva solleticato per un minuto a meno di togliersi un indumento a sua scelta.
Il gioco cominciò e ovviamente nessuna risposta veniva giudicata vera.

Tutti sceglievamo di toglierci un indumento finchè una ragazza, Pamela, che era rimasta solo con le mutandine, disse che preferiva essere solleticata piuttosto che togliersele; allora la stendemmo per terra con le braccia alzate e cominciammo tutti, Angela compresa, a farle il solletico sui fianchi, sotto le ascelle e dove ci accorgemmo che lo soffriva di più. Lei cominciò a ridere e a contorcersi tutta cercando di non cedere, ma non resistette a lungo: Ahahahahah.basta.vi prego… ahahahah…eheheh…non ce la faccio più…hi hi hi hi hi… ah ah ah ah…non resisto…me la faccio sotto… bastaaaa!…”. Franco ci disse di smettere di solleticarla e le chiese se ci stava a farsi togliere le mutandine; Pamela disse di sì e allora lui le mise un dito di lato sotto gli slip scostandoglieli lentamente.
Lo spettacolo era estremamente eccitante e anche Pamela, un po’ per la situazione e un po’ per lo sfioramento del dito che Franco faceva indugiare più del necessario sull’inguine intanto che le scopriva il sesso, cominciò a muovere ritmicamente il bacino e ad ansimare leggermente. Allora Franco le allargò le gambe e le scostò completamente di lato le mutandine mettendole in bella mostra il sesso biondo; poi le scoprì delicatamente il clitoride e cominciò a masturbarlo con due dita su e giù come se fosse un piccolo pene. Eravamo tutti eccitatissimi. Era la prima volta che vedevo una ragazza masturbata in quel modo, non resistetti più e misi una mano sotto la gonna per masturbarmi a mia volta, senza farmi vedere dagli altri, guardando affascinata lo spettacolo di Franco che faceva gemere e sussultare Pamela.
Intanto i due ragazzi le si erano riavvicinati e ricominciarono a stuzzicarla con le piume sfiorandole il seno e i fianchi; Pamela diceva alternativamente “Sì.ancora. No.basta. Sì, no, sì” un po’ gemendo per il piacere e un po’ sussultando per lo sfioramento delle piume che le provocavano sensazioni contrastanti di eccitazione e di solletico insieme. Franco accelerò il movimento su e giù del clitoride, altri due ragazzi cominciarono a leccarle i piedi mentre i primi adesso le succhiavano i capezzoli finchè Pamela, ansimando sempre più forte e muovendosi tutta, ebbe un orgasmo violentissimo e venne senza ritegno alla presenza di tutti gridando che non aveva mai goduto tanto.
A questo punto Franco disse ad Angela e ad un’altra ragazza, Claudia, che dovevano masturbarsi reciprocamente fino a venire, loro risposero che non erano lesbiche e che non ci pensavano neppure; allora finimmo di spogliarle togliendo anche a loro le mutandine con cui erano rimaste e le stendemmo per terra in direzioni opposte, poi le spingemmo l’una contro l’altra incrociandole le gambe e facendo in modo che i loro sessi si toccassero. A questo punto cominciammo a solleticarle. Era uno spettacolo ancora più eccitante di prima: erano completamente nude, tenute dai ragazzi per permettere a noi di solleticarle sotto le ascelle e sotto i piedi, e mentre si dimenavano e ridevano istericamente, si strofinavano a vicenda i sessi, uno biondo e con i peli radi, l’altro nero e con i peli riccioluti. Loro non potevano fare niente per difendersi da noi ragazze che le solleticavamo dappertutto; ridevano e si contorcevano: “Hahaha ha… hehehe… Basta!!!..hihihi Smettetela!… hihihi…No!.No!.hahahahah…” ma, continuando a strofinarsi i sessi reciprocamente, nonostante il solletico, si stavano anche eccitando visibilmente. Dopo qualche minuto Angela squittì che se continuavamo così sarebbe venuta, mentre Claudia spingeva sempre di più il suo sesso contro quello di Angela muovendolo ritmicamente. Allora Franco prese due cubetti di ghiaccio e cominciò a passarglielo sui capezzoli mentre io e l’altra ragazza ci dedicavamo alle loro parti intime, solleticandole e masturbandole contemporaneamente finchè dopo pochi minuti, sotto l’azione combinata del ghiaccio del solletico sui loro sessi, vennero tutt’e due esplosivamente fra le nostre risate eccitate.

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RACCONTI PICCANTI: Il primo incontro bollente tra due amiche

Incontro Angela in tarda serata, sotto casa sua.
Sono nervosa e avverto l'ansia salirmi dalle gambe fino allo stomaco. Accendo lo stereo per cercare una qualche distrazione che comunque non funziona.
Lei sale in macchina e la guardo esterrefatta: indossa un vestito nero di Versace e sandali col tacco, i capelli ondulati e un pizzico di profumo che mi piace da morire.
Ci dirigiamo verso Linate, che a detta sua c'è un locale dove vorrebbe portarmi.
Mi chiede se può fumare, le rispondo di sì, lei abbassa un poco il vetro e tira fuori una Gauloises e un accendino d'oro di Cartier.
Mi osserva interessata mentre inspira il fumo, io scuoto la testa sorridendo.
-Allora Angela, dove stiamo andando?-
-Uh, sei curiosa eh? Vedrai, voglio sperimentare con te quel posto.-
Corrugo la fronte ma non posso far a meno di lasciarmi andare alle sue provocazioni.





Arriviamo a destinazione dopo circa mezz'ora; il locale in questione si chiama Butterfly e capisco al volo che si tratta di un club privè.
Parcheggio l'auto nell'area di sosta e mi guardo attorno decisamente fuori luogo.
-Tranquilla, vieni!-
Angela mi sorride e scende dall'auto, io faccio lo stesso.
Il buttafuori ci fa passare ed entriamo.
Il club ha un'atmosfera calda, ci sono luci rosse e blu in varie stanze, all'entrata la zona bar e diversi divanetti in pelle bianca. C'è molta gente, soprattutto uomini in giacca e cravatta, donne manager e modelle.
-Insomma, era qua che volevi venire?-
-Non essere tesa, divertiamoci.- risponde lei.
Angela mi fa accomodare in un angolo un po' intimo e ordina Krug. La guardo sollevando le sopracciglia; lei sfoggia un sorriso bianchissimo, sensuale e provocatorio.
-Allora Angela,- le dico scannerizzando la sala -che cosa vorresti fare della tua vita? In due parole…-
Abbassa lo sguardo divertita poi mi fissa.
-È una domanda spiazzante, Asia. Ho trentanove anni e un bagaglio non indifferente alle spalle.
Potrei dire di aver vissuto gli ultimi vent'anni in modo intenso, come se ora ne avessi cinquanta. Però mi piace godermi la vita, finché posso.
-Vorresti aprire un locale come questo?- le domando.
Si guarda attorno e sospira.
-Credi sia sbagliato?- mi chiede.
-Ti ho fatto una domanda.- le ripeto.
-Sì, mi piacerebbe una cosa del genere, senza essere troppo volgare ovviamente.-
Annuisco e mi guardo attorno. Il cameriere arriva con lo champagne e facciamo un brindisi.
-Alla salute.- sorride.
Dieci minuti più tardi ci alziamo, lei mi prende per mano trascinandomi nel corridoio. Arriviamo davanti un separé e apre la tenda. Dentro ci sono un paio di ragazze vestite sadomaso che si baciano, una di queste tiene in mano una frusta.
Proseguiamo avanti, Angela si morde il labbro sorridendo, curiosa come una ragazzina.
Nella seconda stanza c'è una coppia di uomini gay vestiti in pelle. Uno è seduto sul divano rosso e l'altro inginocchiato di fronte a lui gli sta facendo un pompino.
Ci dirigiamo nella terza stanza e Angela entra, io resto un attimo ferma, ma poi la seguo titubante.
Ci sono un uomo e una donna distesi sopra un tappeto rosso, completamente nudi, che si baciano e si toccano.
Nella camera, oltre a loro e noi ci sono altre dieci persone sedute sui divanetti.
In un batter d'occhio capisco che la donna nuda a terra è la moglie o l'amante di uno degli ospiti e l'uomo che la tocca è uno dei gigolò del locale.
Lui comincia a penetrarla con le dita, lei geme e si accarezza il seno.
Mi siedo sul divano e Angela si accomoda vicino a me.
La scena va avanti così per altri due minuti, poi lui dietro di lei comincia a scoparla e la gente si scalda.
Angela mi prende una mano e la posa sullo spacco della coscia. Io non so come comportarmi, quindi la lascio fare.
Un attimo dopo, mentre la mia mano resta immobile e sudata sulla sua carne, lei me la porta sotto il vestito.
Si volta e mi guarda, eccitata.
-Che fai Angela?- le chiedo con un filo di voce.
-Ti vergogni?-
-Non è che mi vergogno, ma mi prendi un po' di sorpresa.-
-E non è più eccitante così?- sussurra.
Mi afferra l'altra mano e la caccia dentro la scollatura, sento il suo seno, i capezzoli induriti. Apre la bocca, sospirando e tremando.
-Non mi dispiace quello che stai facendo Angela, ma preferirei un posto meno affollato.- sbotto guardandola dritta negli occhi.
Non nego che la cosa mi ecciti, Angela è una donna bellissima, ma è la prima volta che mi trovo in una situazione del genere e ci sono entrata troppo in fretta.
-Vuoi che andiamo in un'altra stanza? Non ti piace guardare?-
-Io vorrei guardare solo te!- finisco con voce sicura.
Angela si ricompone e si alza, usciamo di lì mentre i due ancora scopano sotto gli occhi del pubblico.
Mi trascina in una stanza dove non c'è nessuno, dà la mancia a un tizio che sembra un gorilla e lui ci fa entrare.
Siamo sole; le pareti sono illuminate da luci rosse molto basse e a terra un'enorme materasso rotondo bianco panna.
La musica di sottofondo mi pare sia Buddha Bar. Angela chiude la porta a chiave e viene verso di me.
-Ho pagato questa sala per mezz'ora, datti da fare. -rivela.
-Stai scherzando? le chiedo incredula.
-Asia, da quella sera che ti ho visto al ristorante giapponese non ho desiderato altro che poterti rivedere e sentire il sapore delle tue labbra.-
Mi avvicino a lei prendendola per i fianchi e la bacio. Angela mi abbraccia e mi infila la lingua in bocca.
Sento il suo tacco che struscia sui miei pantaloni, alza la gamba e mette in mostra la coscia sotto lo spacco. L'avvicino al muro, in piedi, e le sollevo il vestito.
Sto davanti a lei e continuo a baciarla sulle labbra e il collo. La sento eccitarsi sempre di più, mi preme contro di se leccandomi l'orecchio. Sento le unghie dietro la mia schiena, il lieve profumo sul petto. Con la mano mi faccio strada verso le sue mutandine e con sorpresa sento un leggerissimo perizoma in lycra.
-Mmhh, cosa abbiamo qua?- le sussurro maliziosa.
-Qualcosa che vorrei farti sentire.- risponde con il respiro pesante.
La porto quindi sul materasso bianco, le luci sono basse e le zone d'ombra ci fanno giocare con i nostri corpi.
Angela solleva il vestito e apre le gambe, io le sfilo via il perizoma e le bacio il ventre. Con le dita la tocco sotto e sento che è bagnatissima, lei mi sbottona la camicia e mi lecca il seno.
Provo una sensazione magnifica, Angela ci sa davvero fare con la lingua. Mi mette una mano sotto i pantaloni, ma io la blocco, spostandole le braccia dietro la testa. Comincio a leccarle la figa, lei mi prende il capo premendolo contro di essa. Ansima e gode.
Le mie dita esplorano il suo interno e comincio a scoparla con una tale foga che devo calmarmi per non venire subito.
-Oh mi fai godere, mi fai godere!- urla Angela.
-Ti piace? Questo vuoi da me?- le dico a mia volta.
-Sì mi piace, voglio questo! Continua!- ripete lei.
La sento che sta per godere, allora io, con molto garbo, tolgo le dita e mi ricompongo. Sull'attimo lei non riesce a capire, mi guarda con aria interrogativa.
-Che succede? Cosa fai?-
-Se vuoi questo da me Angela, allora lo faremo, ma non qui e non stasera.- le rispondo seria.
Lei resta a bocca aperta, io mi rimetto veloce la camicia e vado verso l'uscita.
-Dove cazzo vai? Non puoi lasciarmi così!- dice incazzata.
-Tu non mi conosci.- le rispondo con un sorriso strafottente, apro la porta ed esco.
-Questa me la paghi, Asia!- mi urla dietro.
Esco dal privè e vado verso la macchina, alcuni uomini si voltano a guardarmi.
Salgo in auto e mentre sto per mettere in moto, Angela si avvicina chiamandomi. Mi volto e noto che ha gli occhi lucidi.
-Io vado a casa, se vuoi ti accompagno, ma di rimanere qua non mi va.-
Lei non dice una parola, sale e partiamo, allontanandoci dal club.
Non parliamo per tutto il tragitto e quando arrivo sotto casa sua, non spengo neppure il motore.
Si volta verso di me, dispiaciuta.
-Asia… scusami ti prego, non volevo certo mancarti di rispetto. Te lo giuro.- la voce è rotta.
-Non scusarti, non fa niente.- rispondo senza guardarla, tenendo le mani sul volante.
-Posso chiamarti domani?- riprende.
-D'accordo.-
Lei annuisce, scende piano dall'auto e si dirige al portone del palazzo. Si volta un istante, con la speranza che magari salga da lei, ma parto e mi allontano velocemente. E questa è stata la prima uscita in città con Angela.

RACCONTI PICCANTI: Vestaglia in raso nero, completo sexy e manette

Per l’anniversario questa volta ho deciso di sorprendere Fabio. Lui, che è sempre quello che mi fa regali e improvvisate, sarebbe rimasto senza fiato davanti alla mia insolita spregiudicatezza. Già perchè di fatto ho un carattere timido e introverso, non sono mai quella che parte per prima, quella che si azzarda a fare qualcosa oltre gli schemi. Una settimana fa però, ho avuto un’idea. Ero andata per scherzo ad una riunione delle ragazze Babyblue fascion; le amiche mi avevano convinta a partecipare, giusto per fare due risate. Nessuna delle mie amiche avrebbe scommesso un centesimo che avrei comprato qualcosa, tutte mi canzonavano dicendo: “Lara tu compri solo tegami, questa roba ti scandalizza”! In realtà avevo visto dalla presentatrice diverse cose carine, in particolare una vestaglietta da geisha, molto casta, ma un completino niente male da mettere sotto e … delle manette. Già, volevo assolutamente usare quelle manette su Fabio, sarebbe rimasto di stucco. Così alla fine della riunione eccomi a comprare un completino con reggiseno aperto sui capezzoli e relativo tanga aperto,copricapezzoli annessi,vestaglia in raso neroe le manette. A casa nascosi tutto nel fondo dell’armadio e la sera dell’anniversario mi feci trovare al rientro di Fabio in vestaglia. La vestaglia, già molto sexy, corta indossata con sabot neri con tacco alto già poteva far presupporre il resto. La cena era pronta, ma Fabio non resistette e cominciò ad esplorare sotto la vestaglia. I copricapezzoli a cuore gli fecero dire: “Ma dove hai comprato tutto questo, amore?” La risposta fu: “Segreto femminile… e c’è dell’altro”. Non feci in tempo a dirlo che già le sue dita esploravano tutte le aperture della mia biancheria intima, così lo trascinai in camera, dove attaccate al letto in ferro facevano bella mostra di sé due manette. Rimase a bocca aperta, avvolsi le manette ai suoi polsi e lo cominciai a stuzzicare con i capelli, poi con la lingua, fino a che lo vidi stravolto di piacere. Che dire? Mi chiese il bis, ma gli dissi che alla prossima sarebbe toccato a me indossare le manette!