mercoledì 4 dicembre 2013

RACCONTI PICCANTI: Il treno del desiderio

 Martina sale su quel treno e ha deciso di farlo come donna libera. E’ un viaggio di sei ore, lungo quanto basta per non essere, in quello spazio di tempo, la donna di nessuno, se non di se stessa o di chi lei decida. Si toglie le sue etichette, di figlia rispettosa, di moglie fedele, di madre amorevole e indossa un volto nuovo, di donna che vive con passione. Si siede in uno scompartimento vuoto e si abbandona a pensieri e fantasie nella sua solitudine.Fabio entra nello scompartimento e si siede educatamente. Dà una rapida occhiata alla donna davanti a sé ed estrae il suo libro dalla borsa. Deve dare l’ultimo esame di ingegneria e ormai è veramente stanco di studiare, ogni cosa pare distrarlo. Porta sempre con sé i libri: “forse in queste sei ore riuscirò a mettermi avanti”, pensa. Ripassa i concetti studiati il giorno e si mette a leggere. Ogni tanto si sofferma su qualche concetto, socchiudendo gli occhi e riflettendo. Ma nel mentre torna a posare gli occhi tra le righe del libro, si sente osservato. Prova a dare una rapida occhiata a quella donna, ma lei non cala lo sguardo, lo osserva senza pudore. Così lui le sorride imbarazzato e le offre una caramella. Lei scuote la testa e rifiuta, senza parlare. Ha le labbra color ciliegia, è truccata pesantemente, ma pare raffinata nelle movenze. Difficile concentrarsi dopo aver visto le sue gambe sinuose, le caviglie sottili e quei piedi magri avvolti dai cinturini delle scarpe con il tacco. Non riesce a darle un’età, forse 30-35, il trucco potrebbe nascondere una ragazza più giovane.

Intanto Martina continua a guardare quel ragazzo, più giovane di lei. E’ alto, moro, occhi scuri, un modo di fare gentile, si chiede se lei potrebbe piacergli.

 Fabio intanto le rivolge piccoli sorrisi, lei ora sembra un po’ indecisa, ha smesso di guardarlo e si morde il labbro inferiore come una ragazzina. Muove spesso le gambe, accavallandole e allungandole, sono in viaggio da circa un’ora. Sembra lanciargli messaggi espliciti, ma i suoi tentativi di conversazione sono andati tutti a vuoto. Già, forse non è quello che lei vuole. Quell’idea si comincia ad insinuare nella mente di Fabio, e il desiderio cresce. Il libro è ora sulle sue ginocchia, ma il pensiero fisso è come fare a conquistare quella donna, così enigmatica. Tra sé pensa che forse, non sarebbe così difficile, forse, è proprio quello che lei vuole…e se invece si sbagliasse? Dopo aver rimuginato per un po’ Fabio allunga un piede e lo avvicina a quello della donna, per vedere se lei sposta il suo. Ecco, fatto. Lei non si è mossa, anzi ora gli pare che lei sfreghi pure la sua scarpa leggermente contro la sua. L’eccitazione sale, il treno è quasi vuoto, sarebbe qualcosa di emozionante, un’avventura vissuta così.
 Martina nel mentre si è abbandonata un po’ sul sedile e si tocca con un dito la bocca e il collo, con un movimento leggero. Gli occhi di Fabio e di Martina ad un tratto si incrociano, lui le si avvicina con il viso e cerca il suo consenso. Martina in risposta gli offre le sue labbra carnose e umide e, senza proferire una parola, le loro bocche si uniscono e le loro lingue danzano in modo sensuale. Fabio la abbraccia forte, una mano corre verso la nuca di lei per inclinarla, l’altra lungo la schiena, facendole venire la pelle d’oca. Con una mossa Fabio la stringe a sé, la accarezza tutta, in quel silenzio rotto solo dallo sferragliare del treno sulle rotaie. Fabio ha capito che lei ha bisogno di essere amata, e ora la avvolge nelle sue braccia robuste e solo dopo averla tenuta tra le braccia mezz’ora quasi immobile, le fa sentire la sua eccitazione. A Martina sfugge un gemito soffocato. Fabio prova a salire sotto il vestito, fino a che lei glielo consente, ma lei è arrendevole, lo lascia arrivare nelle sue parti segrete, ormai umide e pronte. Lui la accarezza in modo sapiente, fino a farla sussultare e gemere. Abbandonata al piacere ha un aspetto rilassato, Fabio si aspetta che lei parli, gli racconti qualcosa della sua vita, di chi sia, di dove poterla incontrare. Martina gli sorride, lo abbraccia forte e gli sussurra: “Grazie, avevo bisogno di questo” e poi esce dallo scompartimento. Manca poco all’arrivo a destinazione, lei è nel corridoio, bella, anzi ancora più bella, e, quando le porte si aprono, la vede scendere e sa che non la rivedrà mai più.

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