Un venerdì sera insolito per Gianni. Lui sempre fuori con gli amici,
single goliardico e trascinatore del suo gruppo di amici, aveva deciso
di rimanere a casa, tranquillo nel suo appartamento. Aveva pensato
inizialmente di
riordinare un po’, ma stava girovagando per le stanze in cerca di qualcosa che nemmeno lui sapeva.Un rapido zapping alla tv, una birra fresca, uno spuntino dal frigo, le sue azioni mostravano un’
inquietudine che non era tipica del suo carattere; si stava pentendo di non essere uscito con la solita compagnia di amici.Nel suo percorrere in lungo e in largo l’appartamento di 70 mq diede un’occhiata fuori
dalla finestra, sapendo già che quel quartiere residenziale non gli
avrebbe riservato nessuna sorpresa. La finestra dava su un cortile di
una villetta a schiera dove viveva una coppia sulla quarantina.
Gentili, educati, affiatati, due liberi professionisti, lui spesso
all’estero, lei nel suo studio medico. Stava già passando oltre quando
qualcosa attrasse Gianni.Una figura femminile si stava muovendo sinuosa nella stanza del villino.
Sorpreso, Gianni spense la luce, indeciso e curioso allo stesso tempo.
Non era certo mai stato un voyeur, lui era uno che badava ai fatti suoi,
che le donne le conosceva, le corteggiava e le amava, non si era certo
mai interessato al solo guardarle.Però l’eccitazione lo colse improvvisamente. La donna sembrava mezza
nuda, doveva vedere di chi si trattava. A luce spenta si avvicinò alla
finestra senza spostare le tende. Era Emma, la sua vicina di casa.
Sembrava sola, anzi si ne era certo; la donna, con un corpo esile ma con
un seno ben evidente sembrava ballare. Gianni cercò uno sgabello per
mettersi comodo, la situazione insolita gli aveva creato un’erezione
inaspettata. Aveva
sempre visto Emma in tailleur e con abiti seri, mai in sottoveste come
si proponeva ora a sua insaputa. La persiana di Emma era aperta solo
parzialmente ma Gianni riusciva a vedere quello che a tutti gli effetti
poteva definirsi uno spogliarello, e che spogliarello!
Muovendosi morbida ma decisa, Emma si stava togliendo un paio di guanti
lunghi, facendoli scorrere lentamente dall’alto delle braccia fino a
sfilare le dita che Gianni immaginava sottili e affusolate. Poi passò
alle calze, indugiando sul bordo delle autoreggenti, Emma sfilò anche
quelle, avendo cura di togliere le scarpe con i tacchi.
Gianni cercava di capire per chi la donna facesse quello spogliarello
così appassionato, ma era sicuro, nessuna macchina in cortile, e nella
stanza lei era sola davanti ad uno specchio. Forse si trattava di una
prova, per essere pronta ad accogliere il marito caldamente.
Quella specie di balletto continuò quando Emma si abbassò le sottili
spalline della sottoveste, lasciando intravedere una parte del seno.
Gianni iniziò a toccarsi, non ce la faceva più, la tentazione
dell’autoerotismo era più forte di lui. Intanto Emma
toglieva la sottoveste rimanendo con un perizoma stringatissimo e
qualcosa sui capezzoli che Gianni non riusciva a vedere benissimo. Il
seno però, capezzoli a parte, era tutto scoperto e seguiva sinuoso i
movimenti della donna. Le natiche, completamente scoperte dal perizoma,
sembravano disegnate da un pittore. Emma si stava ora accarezzando in
tutto il corpo davanti allo specchio, fermandosi nella zona
dell’inguine.Gianni tutto ad un tratto vide la donna abbassarsi, probabilmente si era
sdraiata su un letto e ora non vedeva più nulla. Le immagini appena
rubate di quel momento intimo gli erano però bastate; si sdraiò anche
lui sul letto ed iniziò ad accarezzarsi più intensamente. Nella sua
mente Emma ora stava facendo lo stesso, e la sentì unita a lui nel
provare un piacere insolito e intenso. Sì, insolito e intenso come era
stato quello spogliarello. Gianni sapeva che non era per lui, ma non
aveva importanza, aveva provato un’attrazione incredibile e aveva colto
quello spettacolo inatteso, godendone per quello che poteva dargli in
quell’istante, grato ad Emma, anche se non avrebbe mai potuto
ringraziarla e dirle quanto fosse sensuale.
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