mercoledì 4 dicembre 2013

RACCONTI PICCANTI: Il primo incontro bollente tra due amiche

Incontro Angela in tarda serata, sotto casa sua.
Sono nervosa e avverto l'ansia salirmi dalle gambe fino allo stomaco. Accendo lo stereo per cercare una qualche distrazione che comunque non funziona.
Lei sale in macchina e la guardo esterrefatta: indossa un vestito nero di Versace e sandali col tacco, i capelli ondulati e un pizzico di profumo che mi piace da morire.
Ci dirigiamo verso Linate, che a detta sua c'è un locale dove vorrebbe portarmi.
Mi chiede se può fumare, le rispondo di sì, lei abbassa un poco il vetro e tira fuori una Gauloises e un accendino d'oro di Cartier.
Mi osserva interessata mentre inspira il fumo, io scuoto la testa sorridendo.
-Allora Angela, dove stiamo andando?-
-Uh, sei curiosa eh? Vedrai, voglio sperimentare con te quel posto.-
Corrugo la fronte ma non posso far a meno di lasciarmi andare alle sue provocazioni.





Arriviamo a destinazione dopo circa mezz'ora; il locale in questione si chiama Butterfly e capisco al volo che si tratta di un club privè.
Parcheggio l'auto nell'area di sosta e mi guardo attorno decisamente fuori luogo.
-Tranquilla, vieni!-
Angela mi sorride e scende dall'auto, io faccio lo stesso.
Il buttafuori ci fa passare ed entriamo.
Il club ha un'atmosfera calda, ci sono luci rosse e blu in varie stanze, all'entrata la zona bar e diversi divanetti in pelle bianca. C'è molta gente, soprattutto uomini in giacca e cravatta, donne manager e modelle.
-Insomma, era qua che volevi venire?-
-Non essere tesa, divertiamoci.- risponde lei.
Angela mi fa accomodare in un angolo un po' intimo e ordina Krug. La guardo sollevando le sopracciglia; lei sfoggia un sorriso bianchissimo, sensuale e provocatorio.
-Allora Angela,- le dico scannerizzando la sala -che cosa vorresti fare della tua vita? In due parole…-
Abbassa lo sguardo divertita poi mi fissa.
-È una domanda spiazzante, Asia. Ho trentanove anni e un bagaglio non indifferente alle spalle.
Potrei dire di aver vissuto gli ultimi vent'anni in modo intenso, come se ora ne avessi cinquanta. Però mi piace godermi la vita, finché posso.
-Vorresti aprire un locale come questo?- le domando.
Si guarda attorno e sospira.
-Credi sia sbagliato?- mi chiede.
-Ti ho fatto una domanda.- le ripeto.
-Sì, mi piacerebbe una cosa del genere, senza essere troppo volgare ovviamente.-
Annuisco e mi guardo attorno. Il cameriere arriva con lo champagne e facciamo un brindisi.
-Alla salute.- sorride.
Dieci minuti più tardi ci alziamo, lei mi prende per mano trascinandomi nel corridoio. Arriviamo davanti un separé e apre la tenda. Dentro ci sono un paio di ragazze vestite sadomaso che si baciano, una di queste tiene in mano una frusta.
Proseguiamo avanti, Angela si morde il labbro sorridendo, curiosa come una ragazzina.
Nella seconda stanza c'è una coppia di uomini gay vestiti in pelle. Uno è seduto sul divano rosso e l'altro inginocchiato di fronte a lui gli sta facendo un pompino.
Ci dirigiamo nella terza stanza e Angela entra, io resto un attimo ferma, ma poi la seguo titubante.
Ci sono un uomo e una donna distesi sopra un tappeto rosso, completamente nudi, che si baciano e si toccano.
Nella camera, oltre a loro e noi ci sono altre dieci persone sedute sui divanetti.
In un batter d'occhio capisco che la donna nuda a terra è la moglie o l'amante di uno degli ospiti e l'uomo che la tocca è uno dei gigolò del locale.
Lui comincia a penetrarla con le dita, lei geme e si accarezza il seno.
Mi siedo sul divano e Angela si accomoda vicino a me.
La scena va avanti così per altri due minuti, poi lui dietro di lei comincia a scoparla e la gente si scalda.
Angela mi prende una mano e la posa sullo spacco della coscia. Io non so come comportarmi, quindi la lascio fare.
Un attimo dopo, mentre la mia mano resta immobile e sudata sulla sua carne, lei me la porta sotto il vestito.
Si volta e mi guarda, eccitata.
-Che fai Angela?- le chiedo con un filo di voce.
-Ti vergogni?-
-Non è che mi vergogno, ma mi prendi un po' di sorpresa.-
-E non è più eccitante così?- sussurra.
Mi afferra l'altra mano e la caccia dentro la scollatura, sento il suo seno, i capezzoli induriti. Apre la bocca, sospirando e tremando.
-Non mi dispiace quello che stai facendo Angela, ma preferirei un posto meno affollato.- sbotto guardandola dritta negli occhi.
Non nego che la cosa mi ecciti, Angela è una donna bellissima, ma è la prima volta che mi trovo in una situazione del genere e ci sono entrata troppo in fretta.
-Vuoi che andiamo in un'altra stanza? Non ti piace guardare?-
-Io vorrei guardare solo te!- finisco con voce sicura.
Angela si ricompone e si alza, usciamo di lì mentre i due ancora scopano sotto gli occhi del pubblico.
Mi trascina in una stanza dove non c'è nessuno, dà la mancia a un tizio che sembra un gorilla e lui ci fa entrare.
Siamo sole; le pareti sono illuminate da luci rosse molto basse e a terra un'enorme materasso rotondo bianco panna.
La musica di sottofondo mi pare sia Buddha Bar. Angela chiude la porta a chiave e viene verso di me.
-Ho pagato questa sala per mezz'ora, datti da fare. -rivela.
-Stai scherzando? le chiedo incredula.
-Asia, da quella sera che ti ho visto al ristorante giapponese non ho desiderato altro che poterti rivedere e sentire il sapore delle tue labbra.-
Mi avvicino a lei prendendola per i fianchi e la bacio. Angela mi abbraccia e mi infila la lingua in bocca.
Sento il suo tacco che struscia sui miei pantaloni, alza la gamba e mette in mostra la coscia sotto lo spacco. L'avvicino al muro, in piedi, e le sollevo il vestito.
Sto davanti a lei e continuo a baciarla sulle labbra e il collo. La sento eccitarsi sempre di più, mi preme contro di se leccandomi l'orecchio. Sento le unghie dietro la mia schiena, il lieve profumo sul petto. Con la mano mi faccio strada verso le sue mutandine e con sorpresa sento un leggerissimo perizoma in lycra.
-Mmhh, cosa abbiamo qua?- le sussurro maliziosa.
-Qualcosa che vorrei farti sentire.- risponde con il respiro pesante.
La porto quindi sul materasso bianco, le luci sono basse e le zone d'ombra ci fanno giocare con i nostri corpi.
Angela solleva il vestito e apre le gambe, io le sfilo via il perizoma e le bacio il ventre. Con le dita la tocco sotto e sento che è bagnatissima, lei mi sbottona la camicia e mi lecca il seno.
Provo una sensazione magnifica, Angela ci sa davvero fare con la lingua. Mi mette una mano sotto i pantaloni, ma io la blocco, spostandole le braccia dietro la testa. Comincio a leccarle la figa, lei mi prende il capo premendolo contro di essa. Ansima e gode.
Le mie dita esplorano il suo interno e comincio a scoparla con una tale foga che devo calmarmi per non venire subito.
-Oh mi fai godere, mi fai godere!- urla Angela.
-Ti piace? Questo vuoi da me?- le dico a mia volta.
-Sì mi piace, voglio questo! Continua!- ripete lei.
La sento che sta per godere, allora io, con molto garbo, tolgo le dita e mi ricompongo. Sull'attimo lei non riesce a capire, mi guarda con aria interrogativa.
-Che succede? Cosa fai?-
-Se vuoi questo da me Angela, allora lo faremo, ma non qui e non stasera.- le rispondo seria.
Lei resta a bocca aperta, io mi rimetto veloce la camicia e vado verso l'uscita.
-Dove cazzo vai? Non puoi lasciarmi così!- dice incazzata.
-Tu non mi conosci.- le rispondo con un sorriso strafottente, apro la porta ed esco.
-Questa me la paghi, Asia!- mi urla dietro.
Esco dal privè e vado verso la macchina, alcuni uomini si voltano a guardarmi.
Salgo in auto e mentre sto per mettere in moto, Angela si avvicina chiamandomi. Mi volto e noto che ha gli occhi lucidi.
-Io vado a casa, se vuoi ti accompagno, ma di rimanere qua non mi va.-
Lei non dice una parola, sale e partiamo, allontanandoci dal club.
Non parliamo per tutto il tragitto e quando arrivo sotto casa sua, non spengo neppure il motore.
Si volta verso di me, dispiaciuta.
-Asia… scusami ti prego, non volevo certo mancarti di rispetto. Te lo giuro.- la voce è rotta.
-Non scusarti, non fa niente.- rispondo senza guardarla, tenendo le mani sul volante.
-Posso chiamarti domani?- riprende.
-D'accordo.-
Lei annuisce, scende piano dall'auto e si dirige al portone del palazzo. Si volta un istante, con la speranza che magari salga da lei, ma parto e mi allontano velocemente. E questa è stata la prima uscita in città con Angela.

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